DETTAGLI DIMENTICATI?

Fondo Casa Massimo

Fondo Casa Massimo

“Sogno una casa tutta mia dove vivere felice con gli amici” – Massimo

Vivere in uno spazio tutto per sé, in cui mettere radici e sentirsi a casa, in cui progettare il proprio futuro. Poterlo condividere con gli amici, pranzare assieme, chiacchierare davanti alla TV, uscire per una passeggiata.

Con questi desideri nel cuore è nata Casa Massimo: una casa per quattro persone con disabilità psichica, per dare loro la possibilità di abitare in un quartiere accogliente, costruire relazioni nuove esterne a quelle familiari, confrontarsi con il mondo, stare bene con sé stessi e con gli altri.

Casa Massimo è un appartamento per persone con fragilità mentale le cui autonomie sono tali da poter consentire un’esperienza di co-abitazione tutelata, con il supporto di operatori ed educatori.
L’appartamento che ospita Massimo assieme ad altri tre inquilini, è inserito in un quartiere molto vivo e solidale, dove è facile per le persone avere buoni rapporti di vicinato e partecipare alla vita di comunità.

Sostieni Casa Massimo e partecipa alla realizzazione di questa importante conquista di autonomia e felicità.

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La lettera di mamma Siriana

Riportiamo qui la lettera che Siriana, mamma di Massimo, ha scritto pochi mesi prima di mancare, alla presentazione del progetto "Casa Massimo".

Ogni genitore si pone l’obiettivo di creare le condizioni per una vita dignitosa e il più possibile felice per i propri figli.
Così anch’io, mamma di un ragazzo disabile psichico, ho quest’ambizione, perché anche mio figlio, nonostante le sue fragilità e i suoi problemi, ha diritto a un’esistenza dignitosa e, per quanto possibile, felice.
Ecco nascere dal bisogno di raggiungere questo obiettivo l’idea di creare un cohousing che risponda ai bisogni non solo attuali, ma anche e soprattutto del “dopo di noi”.

L’angoscia per il futuro di mio figlio quando io non ci sarò più è devastante, ma mi spinge a scelte concrete e, spero, funzionali all’obbiettivo primario.
Ecco l’acquisto con i risparmi di una vita di un appartamento che ho provveduto ad arredare opportunamente e che mio figlio potrà condividere con altri tre ragazzi suoi pari, nella speranza che possa così godere del senso di appartenenza a “una famiglia” e intraprendere un percorso di vita il più possibile soddisfacente e “normale”.

Naturalmente i ragazzi dovranno essere costantemente supportati nell’affrontare il quotidiano: ecco la necessità della presenza assidua di personale che lo guidi nel gestire positive interazioni nonché nell’uso del denaro, nelle faccende quotidiane, nella gestione del tempo libero, nelle necessità della vita sociale... e così via.

Sarà possibile tutto questo?
Sarà possibile reperire le risorse
economiche necessarie?
Andranno d’accordo i ragazzi?
Riuscirà mio figlio a godere dell’adeguato supporto anche quando, e soprattutto, non ci sarò più?
Riuscirà a sentirsi bene e, “A CASA”?

Riuscirà... l’elenco delle mie paure è infinito.
Voglio tuttavia credere nella realizzazione di questo progetto perché voglio credere nell’affidabilità delle persone che se ne occupano e nell’indispensabile supporto concreto da parte delle istituzioni e delle persone di buon cuore convinte della sua validità e utilità anche per l’intera società.

La Fondazione Tina Anselmi tratterrà il 2% di ogni donazione a copertura dei costi di gestione del fondo.

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