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I fondi speciali per persone con disabilità: vantaggi e limiti dello strumento

La legge 112 ha istituito la possibilità di costituire all’interno di enti senza finalità di lucro come la Fondazione Tina Anselmi ETS, fondi speciali destinati a specifici soggetti svantaggiati. Il limite di questa norma e dato dal fatto che tali fondi possono contenere solamente beni immobili o mobili registrati.
Si tratta di un limite che riduce fortemente le possibilità di concreto utilizzo di tale strumento. Nella maggior parte dei casi, infatti, perché il fondo possa effettivamente conseguire l’obiettivo stabilito, ossia consentire alla persona disabile una vita dignitosa, è indispensabile poter contare, accanto ai beni immobili, anche su risorse finanziarie. L’impossibilità di conferire al fondo entrambe queste tipologie di risorse lo rende scarsamente utile nella maggior parte delle fattispecie.

Naturalmente è possibile superare tali limiti attraverso l’elaborazione di una soluzione più articolata e quindi affiancare al fondo speciale, con il compito di gestire gli immobili con la certezza che nessun eventuale creditore dell’intermediario filantropico possa mai accampare alcun diritto sugli stessi e che tali beni potranno quindi rientrare in possesso della famiglia, un normale fondo nominativo per la gestione delle risorse finanziarie che sono comunque necessarie per il perseguimento del progetto di vita della persona disabile. Il problema di questa soluzione, che è sicuramente funzionale, sta nella sua complessità.

La motivazione che ha spinto il legislatore a porre tale limite (beni immobili o mobili registrati) nasce dalla volontà di evitare che, in caso di crisi dell’intermediario filantropico, gli eventuali creditori di quest’ultimo possano aggredire il capitale che è stato accumulato per la persona disabile. Il risultato però non fa che confermare il principio secondo il quale il meglio è nemico del bene. Per evitare un rischio peraltro molto più ipotetico che reale, dato che l’intermediario filantropico, non svolgendo alcuna attività imprenditoriale, ha un rischio di fallimento molto ridotto e comunque, avendo un proprio fondo di dotazione, l’eventualità che per soddisfare le esigenze dei creditori sia necessario aggredire i fondi per singoli disabili è estremamente remota, si costringono i genitori delle persona disabile ad utilizzare il trust, se non vogliono rinunciare alla possibilità di creare un capitale a favore del loro figlio. Questa soluzione è però infinitamente più onerosa e complessa della creazione di un fondo e quindi spesso non percorribile da parte di chi abbia delle disponibilità modeste.

Nell’eventualità che i genitori decidano comunque di costituire un trust, la possibilità di utilizzare la Fondazione Tina Anselmi come trustee può rivelarsi molto interessante.

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